Il Libro

Libro Sul lavoro di Squadra: Il Team Giusto

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Team coaching, Lavoro di squadra, Agile team leadership, Formazione manageriale. Ci sono tante parole d’ordine con cui al giorno d’oggi molte aziende e molte realtà in generale devono misurarsi. “Il Team Giusto” si prefigge l’obiettivo di dare una visione d’insieme per meglio comprendere tutte queste realtà e poterle applicare, così da migliorare la propria esperienza all’interno di un gruppo, ma anche quella degli altri, oltre ovviamente a migliorarne efficienza e produttività.

Il motivo per cui molte aziende investono in team building o in diversità è perché tutti questi elementi possono contribuire a creare la squadra adatta ad affrontare l’enorme varietà di problemi che qualsiasi lavoro o ambiente fisiologicamente porrà davanti alla stessa.

Il nostro libro “Il Team Giusto” è uno strumento conveniente e semplice per orientarsi agilmente in questo mare magnum. La sintesi è la forza del libro. Se infatti hai bisogno di migliorare la tua conoscenza di questi ambiti per te o per la tua azienda potrai leggere tutto in modo piacevole, ma se t’interessa un argomento specifico, il libro è fatto in modo da rispondere alla tua domanda in modo semplice e diretto. Diventa quindi una mappa per orientarsi con capitoli o paragrafi che possono essere letti a parte, ma comunque compresi.

Approfondisci a tuo piacimento ciò che più ti interessa e fai il primo passo come leader o come giocatore di squadra nella creazione di quello che sia il team giusto!

Il team giusto: perché avete scelto questo titolo e come motivate la scelta dell’aggettivo ‘giusto’

Il nostro lavoro si svolge per la maggior parte del tempo in squadra. Anzi, siamo parte di diversi tipi di squadre: di progetto, funzionali, matriciali, ecc. Mentre facevamo il corso di executive coaching durante il quale ci siamo conosciuti, abbiamo cominciato a mettere in relazione queste esperienze di team, come membri e come leader, quando era il caso, con quello che stavamo imparando. Da lì abbiamo cominciato a raccogliere tutte le nostre esperienze formative precedenti e quello che avevamo letto. Ci siamo accorti che una sintesi sarebbe stata utile prima di tutto a noi, e magari anche ad altri teammates. Il noSsme è venuto facile: giusto è l’aggettivo che raccoglie l’efficacia, la precisione, l’appropriatezza, il clima e la motivazione che stanno dietro l’esistenza di un team.

Scrivere un libro a quattro mani presuppone una certa sintonia. Come è nato ‘il giusto team’ per la scrittura di questo libro e come lo avete scritto?

Ci siamo conosciuti durante un bellissimo corso di executive coaching (ci siamo certificati entrambi) con la Escuela Europea di Coaching Ontologico. Naturalmente, in pieno covid. Nel corso di quasi due anni abbiamo studiato sia il coaching sia il team coaching e abbiamo ampiamente reinterpretato e riletto le nostre esperienze precedenti. Stefano era partito con l’idea di fare un manuale che raccogliesse tutti questi ragionamenti e abbiamo cominciato a lavorarci nel 2020. Siamo fra quelli che hanno cambiato lavoro durante il covid e che ne sono stati così toccati da arrivare a decidere di reinventarsi. Il libro nasce un po’ da questo. È la soglia che co fa entrare in un’altra fase della nostra vita. A proposito, abbiamo fatto tutto a distanza. Ci vediamo per la prima volta di persona oggi!!! Che carrambata…

Chi è il naturale destinatario di questa lettura?

Non siamo degli scienziati e non abbiamo inventato niente. Ma abbiamo trent’anni di esperienza ciascuno e abbiamo visto passare decine di teorie e tanta pratica. Abbiamo raccolto, letteralmente, tutti i punti di vista sul lavoro di squadra che potessero vantare un fondamento scientifico (psicologico, neuroscientifico, manageriale) e rifuggito le soluzioni mutuate da mondi che con l’impresa hanno poco a che fare. Abbiamo curato particolarmente le referenze e la bibliografia per consentire al lettore di ricostruire il nostro percorso e di farsene uno suo. Il nostro lettore ideale è un team leader o un compagno di squadra che vuole saperne di più, che cerca strumenti e motivazione per fare con più soddisfazione la sua parte. Troverà idee e riferimenti, ma soprattutto gli elementi per farsi una visione a 360 gradi della vita di squadra, dal momento della composizione fino a quello della piena consapevolezza.

Ci spiegate come è impostato e come possiamo ‘utilizzarlo’ (esercizi, bibliografia…)?

Innanzitutto, abbiamo cercato di condensare più punti di vista, quello psicologico, quello neuroscientifico, quello organizzativo, quello manageriale, quello motivazionale, ecc. e di organizzare il libro per piccoli paragrafi che possono essere letti senza un ordine prefissato, solo aprendo il libro o secondo la specifica necessità. I capitoli raccolgono gli argomenti secondo delle macrocategorie che identificano i diversi momenti della vita di squadra: dallo studio della composizione fino alle regole di convivenza e alla visione. Abbiamo aggiunto delle sintesi di fine capitolo con i punti essenziali e dele domande che possono fungere da esercizio. La lettura delle nostre semplici pagine può far scaturire delle discussioni tematiche nel team, ecco perché abbiamo aggiunto a fine capitolo degli spunti di conversazione e delle bibliografie molto dettagliate. Non abbiamo inventato nulla, abbiamo cercato la sintesi, l’accostamento e la valorizzazione: come quando si compone un mazzo di fiori!

Quali sono gli aspetti del lavoro di squadra che descrivete nel libro?

Dopo un inquadramento generale (scientifico, psicologico e neuroscientifico, nei limiti della nostra praticoneria…) abbiamo voluto soffermarci su elementi che di solito vengono trascurati come la progettazione e la formazione di un team, la scelta del framework di riferimento, cosa significa essere un team oggi (e non solo dopo il covid), cosa significa essere membro di un team e non soltanto il ruolo della leadership. Alla fine del libro, facendo leva sulla nostra esperienza aziendale e di appassionati di coaching, abbiamo raccolto degli spunti sulla consapevolezza collettiva del team e sul ruolo della visione e della fiducia. Il tutto passando attraverso suggestioni teoriche e molte indicazioni pratiche. Ci piacerebbe che, nella sua semplicità, il lettore prendesse il nostro libro come un piccolo manuale.

Quando un team diventa il team giusto?

Il team è giusto quando è composto dalle persone giuste per il task giusto. Abbiamo enfatizzato molto l’influenza che il task ha sul team perché crediamo che il team sia un ecosistema complesso dal quale emergono le caratteristiche della collaborazione in ragione delle interazioni e interdipendenze fra i suoi componenti, dell’ambiente esterno (l’organizzazione in cui è calato e gli stakeholders che sono interessati ai suoi output, e, non ultimo, del task che deve portare a compimento. Il team si evolve, matura i suoi processi e coglie, adattandosi, le opportunità emergenti ma lo deve fare in modo consapevole. L’affioramento dei comportamenti opportuni va favorito, i momenti per l’azione vanno colti tempestivamente, la composizione del team va pensata in relazione all’output che si vuole ottenere in termini di qualità, costi e tempi dell’obiettivo raggiunto. Nel libro cerchiamo di evidenziare molti KPI e molti criteri e, soprattutto, sottolineiamo l’importanza di osservare e ascoltare le fasi di evoluzione e i segnali di trasformazione. Il team giusto è il team in cui i membri si sentono “Al posto giusto”. Può sembrare naive, ma pensiamo che sia un obiettivo a cui ogni gruppo può aspirare con la giusta conoscenza delle logiche che sottintendono alle dinamiche e con azioni ed impegno adeguati.

Nel libro scrivete che le organizzazioni hanno bisogno di pensiero critico per capire velocemente quando una strada è sbagliata e per affrontare più velocemente e in maniera innovativa le sfide. Quale il nesso con le neuroscienze?

Gli elementi chiave del famoso fail fast fail cheap sono l’ascolto, la coltivazione del pensiero critico, la possibilità di fare errori, la capacità di riconoscerli come tali e apprendere. Ascoltare (che è più di osservare) con le orecchie e con gli occhi significa restare aperti ed essere rapidi nel riconoscere il cambiamento perché si comunica efficacemente. Il pensiero critico, che non diventa dissenso o conflitto, permette proprio di descrivere ed oggettivare le situazioni e quindi di individuare gli errori, senza trasformarli in fallimenti. Ogni nuovo problema può essere risolto in una nuova sfida. E se si parte dall’errore per progettare il cambiamento e l’adattamento, ecco che nasce l’apprendimento. Gli ecosistemi naturali sopravvivono così!

Nel libro parlate anche di neurochimica. La fiducia attiva il senso del noi. Ma come?

Un bellissimo libro di Paul Zak ci racconta come l’ossitocina secreta dal cervello ci metta nelle condizioni di provare piacere nella relazione con l’altro, ed è di fatto quella che viene definita la molecola della fiducia. Gli studi neurologici ci mostrano come persone che vivono in ambienti dove la fiducia viene coltivata plasmano il proprio cervello in questa direzione e sono più abituati a trarre piacere dalle relazioni, a cercare di creare situazioni di fiducia perché il loro organismo è portato verso questa condizione neurochimica. In questo senso il noi (la fiducia) è parte del senso del noi. Occhio a non cedere alla tentazione del è tutto un fatto di chimica. Siamo sempre noi a fare l’ultima scelta, anche se magari la chimica ci porge una soluzione veloce.

La diversità è un valore. Perché?

Diversità significa stimolo alla accettazione degli altri, alla relazione aperta, a mettere in discussione gli equilibri sociali, a cambiare i punti di riferimento. Questo è particolarmente vero nel contesto di un team, che raccoglie un numero limitato di individui attorno ad uno scopo. Diversità vuole anche dire pericolo di faultlines lungo le linee degli elementi comuni di sottogruppi o di comunità trasversali. Diventa una risorsa quando il clima del team permette la sicurezza psicologica. E questo genera inclusione, che è il vero valore che innesca l’innovatività e la collaborazione.

Parliamo di leadership, in letteratura molto concentrata sull’individuo e troppo poco sulla prospettiva del compagno di strada. Ci spiegate?

E’ normale in un contesto, quello del business, in cui si pensa che sia l’individuo a fare la differenza, non capita mai di assumere un team! Per questo abbiamo cercato di trasporre le categorie della leadership, che abbiamo velocemente descritto, al livello del collettivo del team. Per esempio, trasponendo, con l’aiuto di ricerche e competenze specifiche ben superiori alle nostre, il concetto di consapevolezza e di intelligenza emotiva al livello del team. SI tratta di aprocci molto differenti; una metafora banale è quella della differenza fra un esecutore solista e una esecuzione in ensemble. Entra in gioco il ritmo, la sintonia, l’equilibrio delle voci. Quando gli esecutori non ce la fanno da soli, o sono troppi, ecco che serve un direttore di coro o di orchestra. Il collettivo sta in piedi se ci sono delle norme comuni, se è in grado di gestire le emozioni, se sa far tesoro delle competenze e delle conoscenze di tutti, ecc. Il nostro libretto serve a focalizzare questi aspetti! Non c’è niente di improvvisato, si può studiare e progettare ogni aspetto in modo che la squadra sappia adattarsi ed evolversi.

Come si costruisce un team ai tempi dello smart working?

Ricordandosi che un elemento fondamentale del successo del lavoro di squadra è la collaborazione. Nel libro indichiamo la collaborazione fra quegli elementi di comportamento che emergono dall’azione del team durante lo sviluppo del task. La collaborazione nasce dalle relazioni di interdipendenza e interpersonali e d è strettamente legata alla comunicazione verbale, para-verbale e corporea. Immagino che la domanda sia diretta al tema del lavoro remoto, e quindi alla ‘dematerializzazione’ della relazione personale. Ecco, il tema è proprio questo: fare in modo che la comunicazione avvenga ricordandosi che alcuni canali naturali vanno persi ed è necessario tenerne conto. Dobbiamo potenziare la nostra abilità di comunicare attraverso i canali virtuali che sono sia le videocall che le telefonate, ma anche curare particolarmente il nostro stile di scrittura, la liturgia con cui facciamo avvenire i meeting, ecc. Nel libro cerchiamo di evidenziare questi aspetti e lo faremo ancora di più nei webinar di cui parleremo fra poco.

Formarsi e crescere assieme

(Preview del nuovo libro) Non tutto ciò che sappiamo sarà incluso nel nostro libro. Questo è un compito importante che necessita di attenzione e più di un medium. Per questo il nostro secondo libro riporterà ciò che non siamo riusciti a mettere nel primo, compresi interventi, idee, storie ed esperienze. Se t’interessa migliorare e sei motivato dalla prospettiva del lavoro di team e dallo studio legato ad esso, questo è lo spazio giusto per te. Ti invitiamo a condividere con noi le tue storie anche grazie agli strumenti di q&a o contattandoci. Ogni aneddoto o esperienza sarà uno spunto importante per la formazione propria e degli altri e per avanzare nella nostra ricerca per creare davvero Il Team Giusto!

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